Philadelphia
General Hospital
06.04 AM - 13/01/2024
Il Sole non si è ancora infiltrato tra gli oscuranti della stanza, ma lui è già sveglio da una buona mezz'ora. Haze gli ha sequestrato i tranquillanti due giorni prima e, nonostante abbia bevuto perfino una camomilla doppia, non è riuscito a chiudere occhio per più di un'ora consecutiva.
Sa che dovrebbe essere spaventato dal fatto che il suo potere lo abbia spedito in ospedale con un braccio ustionato, eppure il petto vibrante di vita di Helyn gliela dissipa via come vapore. Lui, Marcus e Maya le hanno salvato la vita.
Lui le ha salvato la vita utilizzando il suo potere senza esitare neanche per un istante. Odia usarlo anche solo per sollevare una penna eppure ha scaraventato una pila di sedie contro un supercriminale. E non ne è pentito.
Il cellulare raggiunge la sua mano sinistra e ancora prima che lui se ne renda veramente conto, sta scrivendo un messaggio a suo fratello.
Scusami se non mi sono fatto sentire in questi giorni, ma ho avuto alcuni... problemi. Sappi che ho intenzione di parlare a papà della mia mutazione quanto prima.
Penso che sia giusto che lo sappia anche lui e lo sappia da me, anche se non gli piacerà.
Il pollice è sospeso sopra il bottone per l'invio, mentre le parole di Matt gli ritornano in mente. Non può nascondersi per sempre. Né da se stesso né da nessun'altro.
Il telefono vibra quasi istantaneamente, rivelando la risposta del maggiore. In breve tempo entrambi i fratelli sono incollati alla chat.
Non fare stupidaggini, Arthur! Non ti perdonerebbe mai.
Devo provarci.
Impara piuttosto a controllare questi tuoi poteri e vieni a vivere qui da me.
Michael, non posso.
Non ti preoccupare per l'università. Mi sono informato e ce ne è una buona a meno un'ora di macchina.
Non è per l'università, lo sai.
Nessuno saprà che sei un mutante e in più è molto più tranquillo di Phildelphia.
Ci siamo nati a Philadelphia. Quando mai è stato un problema?
Prima o poi scoppierà una guerra civile tra i mutanti e persone normali. Qui sarai al sicuro.
Un grumo d'ansia si attorciglia dentro lo stomaco del giovane telecineta, forse riconoscendo una traccia di verità nelle preoccupazioni del fratello. Forse dovrebbe davvero andarsene.
Aveva già ipotizzato questo scenario con Marcus, discutendo di come la Young Gifted School abbia proprio il compito di opporsi alle visioni estreme. Di dimostare come tutto ciò sia sbagliato e di come ci sia un'altra via contro l'odio.
Ripensa a come sia stato proprio lui a convincere la piccola Amy che non c'è niente di cui aver paura, perché bisogna solo insegnare alle persone a non temere ciò che non conoscono. È la paura che conduce dritta all'odio, senza passare da via. Così come è stato sempre lui, la scorsa sera, a raccontare ad Maximilian come sia giusto Registrarsi perché non devono vergognarsi -né temere- nulla.
È vero, potrebbe andarsene e rimanere al sicuro. Dovrebbe vivere una vita normale con suo fratello, senza che nessuno lo possa accusare di nulla.
Non è un combattente e l'ustione lo dimostra. Oggi è solo un braccio, domani potrebbe essere su tutto il corpo o potrebbe essere direttamente morto.
E tutto per cosa? Per aiutare una società che magari un giorno gli si rivolterà contro, decidendo che tutti i mutanti sono troppo sbagliati e pericolosi per rimanere in circolazione?
Oppure potrebbe tentare di fare la differenza, di essere un buon esempio, partendo proprio da suo padre.
Digita la sua risposta sulla testiera con una lentezza estrema e un senso di liberazione nel petto.
Ho smesso di avere paura, Michael.