Soundtrack: click
Il click nella serratura è un rumore che rimbomba nel silenzio dell'appartamento, illuminato solo dalle luci notturne della città. Nella semi-oscurità una figura maschile, non troppo alta ma ben piazzata, s'intrufola dalla porta cercando di fare meno rumore possibile. Questo prima di spalancare gli occhi chiari e alzare le mani vicino alle spalle, l'espressione scioccata sul viso.
Woah woah! Abbassa quella cosa, sono io!Benjamin Blake è ancora un uomo possente nonostante l'età della pensione si stia avvicinando velocemente. Spalle larghe, petto muscoloso da soldato, lineamenti duri... e una pistola puntata dritta contro l'invasore del suo territorio. Riabbassa l'arma dopo qualche istante e solo dopo aver riconosciuto il viso del figlio maggiore.
Michael... non ti aspettavo. Vivi in New Jersey ora.
Lo so. E' stata una sorpresa. Una cosa decisa un po' sul momento, sai?Il tono di Mike è scherzoso e strafottente, come è sempre stato d'altronde, ma Blake senjor sa bene che suo figlio non è tipo da improvvisate. Non nel cuore della notte, non a lui, cercando di entrare casa come farebbe un comune topo d'appartamento.
Bene. Quindi, per quale motivo sei qui?
Sempre dritto al punto papà, ahn? Devo avere un motivo particolare per venire a trovare mio padre?Le palpebre rugose di Blake senjor si socchiudono appena, mentre Michael è costretto a sentire lo sguardo ghiacciato del padre, passarlo da parte a parte. Deglutisce in silenzio un paio di volte, prima di chiudere la porta dell'appartamento dietro di sé.
Il silenzio si allunga per alcuni secondi, come se il padre stesse aspettando ciò che ha indirettamente chiesto. Quando ciò però non avviene, scrolla le spalle e appoggia la pistola sul tavolinetto vicino all'entrata, prima di muoversi verso i divanetti.
Siediti pure, se vuoi.
Grazie. Allora in realtà ero qui in zo-
Evitiamo perdite di tempo inutili. Perché sei qui, Michael?Il tono è secco come un colpo di fucile, preciso e sicuro. Lo sguardo del padre ha qualcosa che ha metà tra una minaccia e un ordine, cosa che effettivamente è vera per la maggioranza del modo di rapportarsi dell'uomo.
Va bene, va bene. Mi ha chiamato Brandon.
Lo sapevo io! Quel figlio di... ! Adesso gli parlo io.
No no papà! Aspetta! Era preoccupato per te e lo sono anche io. Dice che ha dovuto promettere non pochi favori per evitarti una denuncia per aggressione.
E' stato solo un pugno, Michael. E nessuno gli ha chiesto di farlo.
Hai mandato quel tizio all'ospedale con il naso rotto...
Si vede che era una femminuccia. Perfino quell'incapace di Arthur saprebbe incassare meglio.Il silenzio che scende tra i due è qualcosa che sa di tempesta in arrivo, a stento trattenuta da entrambe le parti. Benjamin ha in mano il proprio cellulare, mentre il figlio è schizzato in aria neanche il divano avesse le molle. Il denti bianchi sono digrignati in una posa d'avvertimento.
Lascia fuori mio fratello da questa discussione. Lui non c'entra.
Sì che c'entra. E' tutta colpa sua se siamo in questa situazione.
No che non lo è! Oh andiamo papà... ti pare che ha scelto lui di avere una fottutissima modificazione genetica? Ma davvero!?Blake senjor ha almeno la decenza di abbassare lo sguardo per qualche istante, prima di scrollare le spalle con aria di noncuranza.
No, chiaramente no. Ciò però non cambia quel che è, adesso.
E' tuo figlio! E ti vuole ancora bene!
Lo era. Adesso fa parte di quei mostri che vogliono schiacciare i veri uomini. Lui, insieme a quel deviato con cui s'accompagna e a quella sottospecie di campo d'addestramento in cui vive.
Ma per favore! Siamo nel 2024, papà e la Scuola non è un campo d'add-
Puoi andartene.Il giovane Blake rimane con la bocca aperta a metà, pronta per elencare le varie qualità del fratello e della scuola. Le mani si stringono a pugno, mentre le braccia tremano appena.
Cosa?
Non credo di averti cresciuto sordo: ho detto che puoi andartene.
Mi stai cacciando di casa?
Non ti ho mai invitato a venire.Appena dice quelle parole, già vorrebbe rimangiarsele. La rabbia lo fa esprimere sentenze senza pensarci, l'orgoglio gli rende impossibile chiedere scusa. Perché Benjamin Blake non ha mai chiesto scusa a nessuno nella vita, se non a sua moglie e non riesce ad iniziare a farlo adesso. Anche se lo vorrebbe.
Guarda suo figlio diventare livido dalla rabbia, stringere i pugni così forte da farsi sbiancare le nocche. In una piccola parte, remota dentro di sé, vorrebbe tanto ricevere un pugno perché sa che è quello che si merita. Purtroppo sa anche che ha cresciuto troppo bene i suoi ragazzi, perché lo facciano.
Fottiti tu, la tua ideologia di merda e il tuo cazzo di orgoglio! Ho provato a parlarti da persona civile, ma tu sei un completo stronzo e nulla di più.Incamera un respiro più pesante quando sente quelle parole, sapendo che il figlio maggiore ha perfettamente ragione. Ciò nonostante non ha intenzione di cedere il punto, mai.
Non serve un esame di coscienza per capire che, probabilmente, stanno tutti meglio lontani da lui.
Lascia che si allontani verso la porta, aprendola di gran foga, prima di vederlo girarsi nuovamente verso di lui.
Sai la cosa più assurda?Il tono di voce è più basso e quieto, cosa che fa presagire una questione veramente molto seria. Perché Michael Blake non è quasi mai serio.
La mamma lo sapeva. Lo sapeva da quando Arthur era un bambino. E ha continuato ad amarti lo stesso. Non ho idea di come abbia fatto.La porta si chiude in un rumore secco, mentre Blake Senjor rimane bloccato sul divano con il cellulare ancora tra le mani. Gli manca il respiro e i pensieri sono fermi, una delle poche volta nella sua vita.
Solo dopo qualche istante rialza lo sguardo verso le varie fotografie sparse per il salotto.
Sull'armadietto c'è quella del matrimonio, con lui in alta uniforme che sorride stretto alla donna che ama.
Sulla mensola dei libri un piccolo Michael ride, ben agganciato al collo del padre come una scimmia.
Vicino alla televisione, invece, Annie tiene in braccio un neo nato Arthur che già sbraccia verso il padre e il fratello in posa poco di lato.
Infine c'è la cornice appoggiata sul tavolino dell'ingresso, al posto d'onore, che rimanda gli echi delle risate di tutti e quattro all'ultima gita che hanno fatto insieme prima della scomparsa di Annie.
Le osserva tutte, in silenzio sempre più opprimente, prima di lanciare via il telefono contro il muro in urlo di rabbia, frustrazione e solitudine. Il telefonino viene presto seguito anche dal tavolinetto basso e dalla valigetta con i documenti.
Su uno di essi campeggia un bel resoconto della polizia, dove si evince che Mister B. Blake ha picchiato un assistente di volo all'aeroporto, dopo aver sentito una conversazione tra lui e altro collega:
Sai, mi chiedo che se ne faccia di tutti quei soldi che prende come pilota d'aerei. La moglie è sono anni che è sparita nel nulla ed è data per morta ormai; il figlio maggiore si è trasferito in un altro stato per disperazione.
Ma non ha anche un altro figlio? E' un po' che non ne parla.
Stai scherzando, non lo sai? Il minore è un mutante e lo stronzo l'ha sbattuto fuori di casa appena l'ha saputo. Ora lo si vede spesso in tv per la storia della scuola dei superumani.
Bella vita di merda, in solitaria proprio.
Già, ma d'altronde è qualcosa che ha voluto lui, se ci pensi. E... diciamocela tutta, se lo è meritato.